Lei riceve un premio per “Le avventure di Ciuffettino”, come ha accolto la domanda, e come ricorda la sue esperienza da protagonista?
Le garantisco che ho provato tanta emozione, dopo tanti anni essere contattato per ritirare un premio per "Le avventure di Ciuffettino" non me lo sarei mai aspettato. Essere protagonista di quello sceneggiato, è stata un'esperienza meravigliosa che ricorderò per tutta la vita. Ho passato un periodo che non potevo andare in giro per Roma come un comune ragazzo quale ero io, perchè venivo continuamente fermato per gli autografi, ed essendo molto timido allora la cosa mi infastidiva molto, mentre non le nascondo che oggi a ripensarci mi fa ancora ancora piacere.
Lei oggi dirige una grande casa di doppiaggio, ha fratello, sorella e cugini doppiatori; come nasce questa passione nella vostra famiglia?
Pura casualità. Mio fratello Sandro è stato il primo ad iniziare quando non aveva ancora 6 anni. E' stata una signora, cliente di una nostra zia paterna, mamma di due ragazze già doppiatrici, che vedendo mio fratello piuttosto sveglio, propose a mia madre di provare a fargli fare il doppiaggio. Mia madre incuriosita accettò. All'epoca il mondo del doppiaggio era tutt'altra cosa rispetto ad oggi, c'era maggiore umanità da parte dei professionisti del settore, ed oltre tutto era una sorta di elite dove era piuttosto difficile accedere se non tramite conoscenze. Comunque, mio fratello fece il primo turno di doppiaggio, un piccolissimo ruolo, anzi una battuta sul film "La Guerra dei bottoni". Da lì pian pianino iniziò la sua carriera di doppiatore. Era piuttosto bravino - senza aver fatto nessuna scuola di recitazione - e soprattutto di facile apprendimento. All'epoca le tate o domestiche che dir si voglia erano privilegio di pochi eletti, quindi quando mia mamma doveva accompagnare mio fratello al doppiaggio, a volte era costretta a portare anche me, così fu che una volta nel turno di doppiaggio che doveva fare mio fratello venne a mancare un bambino e, il direttore del doppiaggio vedendo me che ero in veste di "accompagnatore" chiese a mia madre se voleva che provassi, mia madre accettò e così anch'io entrai nel mondo del doppiaggio. Per mia sorella stesso iter più o meno.
All’ Italia i grandi attori americani riconoscono che nel doppiaggio siamo veramente dei Maestri. Perché e come possiamo valorizzare questa nostra arte ?
Indubbiamente siamo i più bravi del mondo a fare il doppiaggio e ci viene riconosciuto a livello internazionale. Purtroppo è comunque una professione che si svolge "all'ombra" delle star americane e non. Credo che fare più di quello che è stato fatto negli ultimi anni per pubblicizzare il doppiaggio, sarà difficile fare. Adesso esistono due manifestazioni che premiamo i doppiatori. La prima si svolge a Sanremo nel mese di luglio e si chiama, guarda caso, "Voci nell'Ombra" mentre la seconda si è da poco svolta qui a Roma e si chiama "Gran Premio Internazionale del doppiaggio". Credo che sia già una grande successo avere due manifestazioni che premiano i doppiatori.
Dovendo tracciare un bilancio di questa sua avventura dirigenziale, avendo poi lei lasciato a suo tempo il doppiaggio ?
Sicuramente più che positiva! Aver vissuto il mondo del doppiaggio prima dalla parte del doppiatore, mi ha sicuramente aiutato nella professione che svolgo ormai da quasi 25 anni. Essere il Presidente della più prestigiosa e antica società di doppiaggio è sicuramente motivo di orgoglio.
Mattia Lattanzi
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