Teatro e Televisione, una carriera al culmine del successo ?

Sicuramente ogni esperienza mi ha dato molto e da ognuna di esse ho sempre cercato di raccogliere ed imparare il più possibile. Ci sono due esperienze comunque che più di ogni altra mi hanno dato di più; indubbiamente interpretare Scooby-Doo e vivere una intera tournèe teatrale, con un gruppo formidabile per’altro, è  stato fantastico. Il calore e l’energia del pubblico che ricevi quando sei in scena è indescrivibile. Viene a formarsi un circolo vizioso per cui più energia ricevi più adrenalina senti in corpo e quindi più energia hai da dare al pubblico e così via….. E poi c’è la stagione vissuta a Quelli che il calcio, completamente diversa da un’esperianza teatrale, ma si impara a stare dietro una telecamera e si impara soprattutto a vivere l’emozione e i vari problemi della diretta.

Come è stato lavorare con Simona Ventura ?

Beh bisogna cominciare a dire che con Simona Ventura è stato un rapporto circoscritto a soli 3 mesi di lavoro in quanto sono entrato a far parte del corpo di ballo solo a metà stagione. E’ stata comunque una bella esperienza perché Simona è una donna molto carismatica e con tanta grinta, molto solare ed infatti oltre al normale rapporto lavorativo tra professionisti c’era sempre modo di scherzare e divertirsi, anche in diretta televisiva.

Come ha affrontato la preparazione di uno dei cani più famosi al mondo dei cartoni animati ?

Il ruolo di Scooby-Doo è stato un po’ tutto. Complicato perché non è stato facile stare all’interno di un costume tanto bello quanto “ingombrante” e portare a termine sempre con la giusta energia due ore di spettacolo. Un’esperienza non divertente ma esilarante. Da piccolo vedevo sempre Scooby-Doo ed averlo interpretato mi ha fatto tornare bambino, per questo è stato anche molto impegnativo. Ho dovuto ricercare, facendolo smuovendo la fantasia del fanciullino che è in me, l’interpretazione di un personaggio che umano non è. Movenze, posture, camminate, corse, salti, normali atteggiamenti canini, la voce e chi più ne ha più ne metta, il tutto dentro il corpo di un cagnone fifone e goloso. Un lavoro nel complesso molto interessante per quanto difficile possa essere stato, ma che mi ha dato veramente tante tante soddisfazioni. Era bello parlare con i bambini a fine spettacolo e scoprire quanto bene volessero a questo cagnone; la cosa più bella era il fatto che lo dicevano a me, Giuseppe, non a Scooby, perché nessun bambino ha mai saputo che la vera anima del danese più buono del mondo ero io.

Lei è stato anche un animatore nei villaggi turistici, come Fiorello, è quindi un lavoro che aiuta per chi vuole entrare nel mondo dello spettacolo, che consigli può dare ?

l villaggio turistico e l’esperienza da animatore è un vero allenamento per chi volesse mai intraprendere la via dello spettacolo. Inizi ad avere il primo approccio con il pubblico e questo io lo considero uno svezzamento. Almeno così lo ho vissuto. Un lavoro fatto di divertimento anche se è poi molto stancante, perché bisogna sempre essere attivi per molte ore al giorno.
Devo dare un consiglio su questo tipo di lavoro?    Andate, divertitevi e al ritorno sarete diversi.

Progetti futuri ?

Per quanto riguarda il mio futuro prossimo, mi vedrete impegnato per un altro anno nel corpo di ballo di Quelli che il calcio. Cercando di vedere più in là, vorrei cercare di lavorare nel mondo della televisione e del teatro come attore.

Mattia Lattanzi

                                        
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