Come e perché nasce il progetto “Aperto sul nulla”, che è diverso da edizione ad edizione ?
”Aperto sul Nulla” è il risultato di un laboratorio attoriale partito nel 2006 che ha lavorato a fondo su due testi precisi, “Spoon River” di E.Lee Masters e “La masticazione dei morti” di Kermann ,sul loro confronto e sui loro punti di contatto, permettendo la realizzazione di uno spettacolo che si poneva come obiettivo l’approfondimento della tematica della morte come strumento di consapevolezza della propria esperienza.
La varietà di esperienze di vita presentate nei due testi ha offerto quindi ampia possibilità di mostrare senza veli i numerosi aspetti della condizione umana
Il nostro Direttore Artistico è rimasto colpito dalla coralità espressa da parte di tutta la compagnia, una cosa che si vede raramente in teatro, come c’è riuscito ?
Forse perché ogni personaggio, unico nella propria esperienza di vita umana, porta dentro di sé tematiche che sono comuni anche agli altri e forse perché tutti hanno un unico obiettivo: attraverso il bisogno di confessare la propria verità acquisire una consapevolezza comune che permetta loro di continuare il viaggio insieme
Una compagnia, quella della terza edizione, molto particolare ?
Particolare forse perché questo spettacolo mette insieme attori di differenti esperienze e percorsi, dai professionisti ad allievi alle prime esperienze.
Lei quest’anno ha anche curato la regia di “Gallina Vecchia”, come ha affrontato questo “classico”del teatro italiano ?
Sono partito dal mio interesse per le differenti sfaccettature delle persone, ho trattato quindi questo testo scavando a fondo per scoprire quali fossero gli aspetti e gli impulsi interiori dei personaggi.
Il mio approccio da questo punto di vista non si è basato tanto sulla “classicità” del testo, quanto sulla sua drammaticità.
Ma Paolo Biribò come è approdato alla regia ?
Avendo avuto da sempre interesse per il teatro, inizialmente come attore, e per la psicanalisi sono approdato alla regia perché mi da la possibilità di lavorare, di confrontarmi e avere un contatto più profondo sia con gli attori che con il pubblico.
C’è ancora un sogno nel cassetto ?
Sì…molti e sto lavorando finché si possano realizzare ma per il momento restano scaramanticamente nel cassetto.
Mattia Lattanzi
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