Da una laurea in lettere con tesi su Mario Monicelli, al premio “Renzo Montagni” nel 2007. Una carriera di giornalista, documentarista e saggista. Come nasce questo percorso professionale?
L’interesse per la storia del cinema italiano si è intrecciato con la mia carriera di giornalista. Nel corso degli anni sono riuscito a dedicarmi, purtroppo non con la desiderata continuità, agli studi sul cinema toscano che mi hanno consentito di pubblicare una quindicina di libri sul tema.
Perché questa sua passione per Monicelli ?
Quando ho conosciuto il regista, nel 1974 durante le riprese di "Amici miei", ero studente universitario di Storia del Cinema allievo di Pio Baldelli. Volendo approfondire la conoscenza sul suo cinema, ho cominciato a consultare le biblioteche non trovando nemmeno una pubblicazione al riguardo anche se Monicelli aveva già ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo e il Leone d’oro a Venezia. Per questo decisi di cambiare tesi dedicandola al regista viareggino.
Tanti volumi sul cinema in Toscana, perchè ?
Innanzitutto perché sono toscano. E poi, perché il mio lavoro di giornalista televisivo, per l’appunto a Toscana TV, si è sempre svolto entro i confini regionali e mi ha consentito di conoscere profondamente il territorio, le sue storie e i suoi personaggi.
Oggi lei conduce da anni una trasmissione di cultura e spettacolo. Com’è la cultura in Toscana ?
Contrariamente al luogo comune che vuole il presente sempre peggiore rispetto al passato, trovo la Toscana, sia delle città tradizionalmente vocate alla cultura come Firenze, Siena, Pisa, sia delle realtà economiche emergenti come Prato, Pistoia e Arezzo, molto effervescente. Ci sono tanti giovani assessori alla Cultura che lavorano bene e tantissime associazioni culturali che svolgono molte attività ma che potrebbero fare tanto di più se avessero da parte delle grandi aziende un po’ di sostegno economico sottoforma di sponsorizzazioni
magari grazie all’intervento delle istituzioni che, non avendo disponibilità proprie, potrebbero svolgere un ruolo d’intermediazione.
Qual è il suo sogno nel cassetto ?
Avere più tempo, ma è un’utopia, per completare le pubblicazioni sul cinema
in Toscana (mancano Grosseto, Pisa, Massa e Firenze). Mi sono mposto una scadenza, un libro all’anno nei prossimi 4 anni, che sicuramente non riuscirò a rispettare.
Mattia Lattanzi
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