Lorenzo come sei arrivato alla Melevisione ?
Era il dicembre del 2003... facevo l’inviato di Giga TV, un programma di RaiSat Ragazzi. Un giorno mi arriva una chiamata dalla Rai di Torino per andare a sostenere il provino per il personaggio che deve sostituire Tonio Cartonio. Pensa poi che il provino è stata una “favola nella favola”, perché ero arrivato proprio l’ultimo giorno dopo che erano stati vagliati tantissimi candidati... ma c’è subito stata una grande intesa fra il regista, gli autori e me... perciò è cominciata così! Dal gennaio del 2004 sono diventato Milo Cotogno, folletto bibitiere del Fantabosco!
Quanto c’è di Lorenzo in Milo e viceversa?
Alla fine Milo e Lorenzo sono piuttosto simili, infatti una delle prime cose che mi hanno detto è stato che sembravo già un foletto di mio! Se da una parte Milo mi calza a pennello, è vero anche che un po’ di Milo cerco di trasferirlo su Lorenzo, perché è il buono, il saggio, l’amico di tutti...
Ti ha sorpreso ritrovarti così a tuo agio davanti a un pubblico del tutto particolare come i bambini?
Sono visto spesso come “fratello maggiore” e infatti il ruolo di Milo è proprio questo. La Melevisione ha consolidato questo buon rapporto e anche gli spettacoli dal vivo lo confermano. Mi capitano delle scene davvero indimenticabili: bambini che non credono ai loro occhi, bambine che mandano letterine strappalacrime... insomma sono cose meravigliose!
Gli spettatori principali sono i bambini, ma la Melevisione tratta anche temi da adulti?
Certo, nel corso degli anni la Melevisione ha toccato argomenti delicatissimi, come ad esempio la violenza sui minori, l’handicap o di guerra spiegando aspetti della vita non leggeri ai bambini, ma anche agli adulti. Io stesso in questi anni di Melevisione credo di aver imparato delle cose, grazie alla forza del linguaggio fiabesco.
Mattia Lattanzi
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