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LE INTERVISTE

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ELISANGELICA CECCARELLI
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FEDERICO BERTI

Realizzata
da
Franco Mariani

I giornalisti Elisangelica Ceccarelli e Federico Berti sono dal 1990 i critici cinematografici di TVR Teleitalia, prima emittente televisiva regionale della Toscana a dedicarsi totalmente al mondo di celluloide con una trasmissione televisiva ad hoc, andando in trasferta in Italia e all'estero per partecipare con la loro troupe ai più importanti Festival cinematografici.

In oltre dieci anni hanno collezionando oltre 1.000 interviste ad attori italiani e stranieri; un record che non trova riscontro in nessuna emittente privata italiana.

"GRANDE CINEMA" va in onda su TVR Teleitalia tutti i mercoledì alle ore 19,30 e in replica il venerdì alle ore 23,00 e la domenica alle ore 12.

ELISANGELICA CECCARELLI: Nata a Bibbona (Livorno), giornalista, conduttrice, dopo gli studi classici presso il Liceo Ginnasio "Cicognini" di Prato, si è laureata in Filologia Dantesca (Facoltà di Lettere e Filosofia) all'Università degli Studi di Firenze. Appassionata di cinema, è riuscita a fare di questa passione un lavoro. Collabora con l'emittenza locale fin da quando frequentava il liceo. Ha lavorato anche (mentre collaborava con TVR Teleitalia) alla Biblioteca "Lazzeriniana" di Prato e al Comune di Prato. Per 3 anni ha lavorato con "Il Tirreno", dove ha curato una rubrica quotidiana di critica cinematografica.

FEDERICO BERTI: Nato a Prato, e ivi residente. A soli 3 anni nasce la passione per il cinema; il primo film fu "Fantasia" di Walt Disney. Finite le scuole superiori inizia a frequentare i corsi di storia del cinema del professor Edoardo Bruno, presso la Facoltà di Magistero di Firenze. Sostiene esami su cinema western, melodramma, cinema americano e di Francois Truffaut. Nel 1983 nasce la collaborazione con TVR. Nel 1993 inizia a collaborare con la redazione pratese de "La Nazione". Tra il 1999 e il 2000 collabora con Telemontecarlo per il programma "Alla ricerca del gusto" e con Raisat per il quale idea e conduce le 40 puntate di "Sapori di cinema". Insieme a Italo Moscati, Natalia Aspes e Lietta Tornabuoni, e altre firme prestigiose, collabora alla realizzazione del libro dedicato all'attrice pratese Clara Calamai "L' ossessione di essere diva". La sua unica esperienza cinematografica risale al 1992 per il film "Caino e Caino". E' assistente alla regia di Alessandro Benvenuti

Come e quando è nato in voi l'amore per il grande schermo ?

ELISANGELICA: L'amore per il cinema è nato, istintivamente, fin dalla prima adolescenza. Ricordo che a 15-16 anni le mie amiche la domenica pomeriggio andavano in discoteca. Io preferivo chiudermi in una sala cinematografica  a vedere films di vario genere. Allora c'erano ancora le cosiddette sale d'essai, e piano piano iniziai a rivedere anche vecchi films, dei primi anni '70 ma anche degli anni '60. Mi sono avvicinata così al cinema d'autore, in particolare di quello europeo ( ricordo di aver visto "Il diavolo probabilmente" di Bresson, " Fino all'ultimo respiro" di Godard, "Blow up" e "Zabriskie Point" di Michelangelo Antonioni, "I tulipani di Harleem" di Brusati etc). In quel periodo in Italia andavano per la maggiore i films interpretati da Terence Hill e Bud Spencer. Frequentando queste sale "specializzate" intuii che esisteva un cinema diverso, fatto di contenuti. Un cinema che non faceva solo divertire ma anche e soprattutto pensare. Essendo allora una ragazzina molto introspettiva, trovai in questo tipo di cinema una risposta a tante mie domande. O comunque mi resi conto che c'era chi si poneva i miei stessi quesiti. Fu così che iniziò il mio amore per il cinema.

FEDERICO: Credo dal primo giorno di vita o giù di lì. Non ricordo momenti della mia vita senza il cinema. E’stato prima di tutto un amore, una passione. Poi uno studio, all’Università di Firenze presso la facoltà di Magistero, e infine un lavoro. In questo sono stato molto fortunato. Trasformare un hobby in uno studio e poi in un lavoro non succede tutti i giorni ed è un po’ il sogno di tutti. Fondamentale è stata “l’educazione all’immagine” trasmessa da mio padre che è un grande fotografo. E’ stato lui a portarmi al cinema fin da piccolo scegliendo spesso dei film “importanti”.

 
Qual'è il film in assoluto che vi ricordate di aver visto per la prima volta al cinema, e quello invece a cui siete affezionati ?


ELISANGELICA: Il primo film che ricordo di aver visto al cinema è " Un maggiolino tutto matto".  Quello a cui sono affezionata è "I tulipani di Harleem" perchè mi avvicinò al cinema d'autore. Però i films che amo di più sono "Inseparabili" di Cronenberg, "Il marito della parrucchiera" di Leconte, "Mulholland Drive" di Lynch e "Dogville" di Lars Von Trier.

FEDERICO: La prima volta che sono entrato in una sala cinematografica equivale al mio più vecchio ricordo (insieme all’alluvione di Firenze). A soli tre anni mio padre mi portò a vedere “Fantasia” di Walt Disney al cinema Arlecchino, oggi sala a luci rosse, ma all’epoca “sala normale”. E cosa successe ? Io rimasi assolutamente scioccato durante la sequenza dell’apprendista stregone. Iniziai a piangere a dirotto e a mio padre non rimase altro che uscire dalla sala dispiaciuto. Poco tempo dopo, altro tentativo. Questa volta al cinema Gambrinus, con la famiglia al completo. Il film era “Rita la zanzara” con Rita Pavone e Giancarlo Giannini per la regia di Lina Wertmuller. E questa volta il film era di mio gradimento ma ad un tratto la proiezione si interruppe. La direzione del cinema invitava il pubblico (numerosissimo) ad abbandonare la sala per paura dello straripamento del vicino fiume Arno. Con ordine e con tranquillità, senza allarmismi, gli spettatori uscirono. Nella notte successiva Firenze fu “invasa” dal fiume. In seguito il mio rapporto col cinema è diventato più “tranquillo”. Negli anni la “media” annuale è arrivata anche a 150 film. Credo che da 20 anni a questa parte non sia mai scesa sotto i cento film all’anno. Anche quando pagavo il biglietto!!!!! Per quanto riguarda i miei cult movies ? Sono molti. Al primo posto “Professione reporter” di Michelangelo Antonioni. E’il film più bello che ho visto nella mia vita. La prima volta a 13 anni ne rimasi folgorato. Poi l’ho rivisto tante volte, anche all’Università. Ci fu spiegata l’ultima sequenza. Tra gli altri amori “L’appartamento” di Billy Wilder, “Psycho” di Alfred Hitchcock, “L’ultimo metrò” di Francois Truffaut. Tra i miei preferiti tanti film italiani di Fellini, De Sica e Visconti e molta commedia all’italiana. Un mio “classico” è “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola.

Quando, come e perché avete deciso di realizzare il vostro rotocalco televisivo dedicato al cinema ?

ELISANGELICA: Io e Federico ci frequentiamo dai primi anni '80 e spesso parlavamo di cinema, scambiandoci giudizi ed opinioni.. Nel 1990, poiché già da tempo lavoravo a TVR Teleitalia, pensai di realizzare un settimanale televisivo che si occupasse di cinema, non solo a livello informativo ma anche critico. Era un'impresa difficile da realizzare da sola così pensai di proporre la mia idea a Federico che ritenevo una persona preparata, oltre che piacevole da frequentare. Lui accettò con entusiasmo e così è iniziata la nostra avventura.

FEDERICO: E’stato tutto molto casuale. Tornando dal servizio militare un giorno accendo la Tv vedo una ragazza bionda molto competente che parlava di cinema e che proponeva dei quiz sulla settima arte. Iniziai a telefonare e a vincere. Poi ci siamo conosciuti andando spesso a ritirare i premi. Siamo diventati amici, “ compagni di visioni cinematografiche” e poi colleghi. Ufficialmente il programma “Grande cinema” è iniziato nel settembre 1990. In precedenza Elisa da sola aveva già realizzato una prima versione ed io stesso ero stato ospite in un suo talk show come esperto di cinema. La prima volta per commentare l’edizione dell’Oscar 1983 in cui stravinse “Gandhi” di Richard Attenborough.

Avete intervistato il fior fiore degli attori, registi, e personaggi che ruotano al mondo del cinema di tutto il mondo; credo che nessuno, perlomeno in Italia, vi possa superare in questo. Sempre presenti a Venezia e a Cannes e forse un giorno, sono sicuro, vi vedremo anche a Los Angeles per raccontare gli Oscar. Avete mai fatto un bilancio di quante interviste avete fatto ?

ELISANGELICA: Ti dirò che anni fa, il giornalista Ruggero Orlando ci propose di andare con lui a Los Angeles proprio per fare un servizio sugli Oscar! Io ho rifiutato per un motivo banale ma per me importantissimo: ho il terrore dell'aereo! Questo per dirti che l'occasione l'abbiamo già avuta... Tornando alla tua domanda ti rispondo che abbiamo realizzato più di 900 interviste! Un bel numero!

FEDERICO: Le interviste realizzate in 13 anni di “Grande cinema” sono circa 900. Un bell’archivio a cui vanno aggiunti molti specials. Dai festival di Cannes e Venezia, ma anche dal set di alcuni film in lavorazione.

 
Quali sono state, soprattutto motivandocele,  le interviste/personaggi che ricordate con più piacere e quelle che vorreste dimenticare ?


ELISANGELICA: Le interviste che ho fatto con piacere sono tante! L'ultima l'ho realizzata qualche giorno fa al regista Citto Maselli. Al termine dell'intervista mi ha ringraziato per le domande fatte dicendomi che erano fra le più intelligenti che avesse mai ricevuto e che avevo fatto delle osservazioni molto acute. Poi mi ha abbracciato e baciato (sulla guancia). Inutile dire che i suoi apprezzamenti mi hanno fatto molto piacere anche perchèconsidero Citto Maselli uno dei registi più interessanti del panorama cinematografico italiano. Un'altra intervista che ricordo con molto piacere è quella a Jeremy Irons per il semplice motivo che è il mio attore preferito. E poi ricordo con piacere tutte le interviste fatte ad attori o registi che hanno cose interessanti da dire e che stimo per quello che fanno. Ad esempio: Bernardo Bertolucci, Alberto Sordi, Giancarlo Giannini, Wim Wenders e tantissimi altri. Quelle che vorrei dimenticare sono poche: una intervista realizzata tre anni fa a Nancy Brilli la quale mi rispondeva in maniera irritante mettendomi in difficoltà, ma in altre occasioni è stata invece molto carina, e a Gian Maria Volontè, purtroppo morto, che volle sapere in anticipo tutte le domande che avrei voluto fargli, mentre io invece amo improvvisare, dopo che aveva appena interrotto una intervista con una giornalista tedesca mettendosi ad urlare e dopo aver rifiutato di parlare con un giornalista di RAIUNO, anche in questo caso trattandolo malissimo. Ero terrorizzata ma riuscii a fargli ugualmente una piccola intervista. Ricordo ancora quei momenti come un incubo professionale. Misurai tutte le parole cercando di non irritarlo. Un'esperienza da dimenticare.

FEDERICO: Le migliori sono per fortuna tante; le peggiori poche. Per quanto mi riguarda ricordo l’ emozione nell’avere accanto Kenneth Branagh arrivato a Firenze per presentare la sua versione integrale de  "L'Amleto". C’era anche Kate Winslet pochi mesi prima dell’uscita del “Titanic”, quindi come si dice in queste occasioni…non se la filava nessuno. Anche l’anteprima mondiale di “Io ballo da sola” a Siena fu un bello scoop con l’intervista a Bernardo Bertolucci e il grande Jeremy Irons. Tra le interviste da ricordare quelle con Paolo e Vittorio Taviani, tutti gli incontri con l’insuperabile Giancarlo Giannini, la “prima volta” con il fascino di Claudia Cardinale, le due chiacchierate con Alberto Sordi, l’incontro con Michel Piccoli. E poi le tante interviste fatte ad alcuni personaggi che abbiamo iniziato a seguire quando erano agli esordi come Margherita Buy e Francesca Neri. Entrambe le abbiamo seguite dai primi film diventando nel tempo…non dico amici, ma senz’altro buoni conoscenti. Tra le interviste più difficili senz’altro quella a Nanni Moretti; e mi dispiace dirlo perché io sono morettino da tempi non sospetti, da quando a 15 anni andai al cinema a vedere “Ecce bombo”. Anche Gillo Pontecorvo non è certo un personaggio facile.

 
Ci volete raccontare qualche episodio curioso che vi è accaduto durante questi anni ?


ELISANGELICA: Di curioso al momento non mi viene in mente niente. Forse Federico...

FEDERICO: Ci sono mille aneddoti da raccontare; prima durante e dopo le interviste. Mi limiterò a  ricordare cosa mi successe quando andai ad intervistare Lina Sastri, grande talento di attrice ma anche donna di “forte temperamento”. Non essendo io per niente superstizioso ebbi la malaugurata idea di indossare, sotto la giacca, una maglietta viola, colore che in Teatro si dice porti iella (in ricordo di quando un tempo durante il periodo quaresimale, contraddistinto dal colore viola, la Chiesa proibiva di andare a teatro e questi per 40 giorni stavano chiusi lasciando senza paga gli attori, da qui.... ndr). Entrando in camerino non mi sarei certo immaginato di provocare in Lina Sastri una reazione del genere. In sintesi posso dire che  da buona napoletana mi “invitò’”ad  uscire immediatamente dal camerino e togliere subito la maglia viola altrimenti non mi avrebbe concesso l’intervista. E così feci.

 
Ognuno di voi dica un pregio e un difetto dell'altro.


ELISANGELICA: I pregi di Federico sono tanti. Ne dico due: competenza e simpatia. Il suo difetto è quello di parlare la trasmissione senza pensare troppo al tempo che passa. Così a volte ci troviamo in difficoltà a rientrare nei 55 minuti della durata di "Grande Cinema".

FEDERICO: Elisa è una cara amica. E come in tutti i profondi rapporti di amicizia i pregi e i difetti sono difficili da individuare. Cioé…ci sono ma sono da tempo in sintonia con i pregi e i difetti dell’altro. Tra i pregi ….beh, forse mi piace il suo “rigore  morale” che la porta ad essere una persona di altri tempi un po’ come penso di essere io. Spesso ci meravigliamo insieme di come va il mondo. Ma la “meraviglia” è un eufemismo. Il suo difetto. Ce n’è uno che con il tempo sono riuscito a “contenere”. E’ molto “repentina” nel cambiare idea sul lavoro. Cambia spesso idea riguardo anche le piccole cose. E per uno come me che raramente cambia idea  non è facile seguirla. Anche nella composizione della scaletta della trasmissione, so che quello che andiamo a decidere sarà rivoluzionato nel giro di pochi minuti. Io in questo sono l’opposto; del resto le mie origini tedesche mi portano a non mettere mai in discussione ciò che decido, e questo forse non è un pregio ma un difetto. Quindi per concludere… quello che io ritengo possa essere un difetto  di Elisa, probabilmente è solo l’opposto di un mio difetto.

 
Federico, tu hai avuto, credo anche se non con ricordi bellissimi, un'esperienza di lavoro nel mondo del cinema. Vorrei chiederti due cose: la prima come ricordi quella esperienza, e la seconda, visto che anche ultimamente ad Elisangelica un regista fiorentino ha proposto di scritturarla per un film, come la vedresti in veste di attrice ?


FEDERICO: Si’ è vero. Ho fatto l’assistente alla regia ad Alessandro Benvenuti per il film “Caino e Caino” girato interamente a Prato nell’estate del 1992. Fu una esperienza molto faticosa e forse deludente. Dopo quattro mesi di lavoro arrivai ad una conclusione: chi ama il cinema non dovrebbe mai farlo. Girare un film, avere quel tipo di esperienza “allontana” dal cinema perché è tutt’altro che divertente. Forse altri possono dire il contrario ma io onestamente non ho più “cercato” in quel senso. La cosa più bella della lavorazione ? Senz’altro Alessandro Benvenuti. Lui ha cercato di mantenere il suo self control, ha cercato di “contenere” i malumori e alla fine ha lasciato un buon ricordo a tutti. Nel corso degli anni ci siamo incontrati tante volte e abbiamo ricordato insieme quell’esperienza. Per sua stessa ammissione si è trattato anche per lui di una esperienza difficile, legata al suo peggior film. Se avessi voluto avrei potuto “bissare” con un altro regista importante ma sinceramente il cinema preferisco vederlo sul grande schermo. Semmai sono altre le professioni legate al cinema che mi interesserebbero. Per quanto riguarda un ruolo per Elisa in cinema… Le forti personalità come lei non possono “interpretare” un ruolo, possono solo “portare” se stesse…magari in un ruolo cameo.

 
E tu Elisangelica in quale ruolo pensi, anche se non in quello di attore, che Federico possa avere una chance di successo nel variegato mondo del cinema ?


ELISANGELICA: Come sceneggiatore; se permetti, Franco, ti dirò quale ruolo avrei voluto interpretare se fossi stata un'attrice: il ruolo della Galiena in "Il marito della Parrucchiera".

Franco Mariani

2 parte - interviste attori

 

     


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