Molta della sua attività presso la sede rai di Firenze la vede impegnata nel settore radiofonico. Nell’era dell’immagine, che importanza ha, se ancora ce l’ha, il mezzo radiofonico?
La radio ha un suo spazio ,molti significativo come informazione agile, essenziale
ma ha anche una funzione evocativa, sollecita la fantasia e quindi la creatività.
D’altronde, l’Immagine si costruisce anche con le parole, anzi si riesce a creare una suggestione più forte dell’immagine tout court.
Oggi lei riceve un premio per il suo documentario sulla sede Rai della Toscana. Una grande tradizione quella della Rai nella nostra regione?
La Rai di Firenze ha avuto una presenza molto forte quando al tempo della Compagnia di Prosa è stata il centro di produzione più rilevante per la radiofonia. Oggi la sede regionale della Rai ha come impegno primario il rapporto il territorio. Penso a tutto il campo dei programmi culturali, delle trasmissioni di servizio, della comunicazione sociale che dovrebbe essere adeguatamente valorizzato.
Quale è il progetto ancora non realizzato, inteso come produzione, e che spera di vedere presto messo in onda ?
Una serie televisiva o radiofonica dedicata a personaggi poco conosciuti della nostra storia o a quelli di cui si è dato una visione unilaterale, non rispondente alla realtà. Due esempi per tutti: Matilde di Canossa e Teodolinda le due donne che hanno esercitato un potere sovrano e hanno influito molto notevolmente sulla storia d’Italia.
Lei spesso si trova a lavorare con personaggi che studiano la storia più o meno recente del nostro paese. La storia si concilia bene con il mezzo radiofonico?
Proprio per la sua forza evocativa la radio è il mezzo più significativo per raccontare episodi della storia, per analizzare la psicologia e il comportamento dei protagonisti e dei comprimari, per analizzare la motivazioni profonde che hanno fatto compiere alla storia un determinato percorso.
Mattia Lattanzi
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