Mariele Ventre nasce a Bologna il 16 luglio 1939 da papà Livio e mamma Maria, entrambi originari della Lucania.
Papà Livio aveva studiato da ragazzo il violino e, un po’, anche il pianoforte.
Appassionato di musica in generale e di lirica in particolare, quando le figlie Maria Antonietta e Mariele erano ancora piccolissime, di tanto in tanto tirava fuori il violino della custodia e teneva un concertino per loro, mentre mamma Maria sfaccendava in casa.
Quando ebbero sei-sette anni il papà incluse le due bimbe nell'abbonamento per i concerti della Sala Bossi,
presso il Conservatorio di Musica di Bologna. La gente guardava con simpatica curiosità le due bimbette, attente e ferme nelle loro poltroncine, una macchia diversa, nella massa del pubblico di adulti.
La vità di Mariele è tutta segnata dal Convento di S. Antonio di Bologna.
Qui da piccola è Araldina, da giovane è catechista, con la musica è direttrice del Piccolo Coro.
Nel 1957 consegue il diploma di abilitazione magistrale e nel 1961 il diploma di pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
Nel 1963 Mariele fonda il Piccolo Coro dell'Antoniano.
Tutta la sua vita, costellata da numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero, sarà dedicata alla musica ed ai più piccoli.
Il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna ha definito non a caso Mariele “splendida figura di artista e di educatrice cristiana”.
Mariele Ventre muore, dopo lunga malattia a Bologna, il 16 dicembre 1995, venti giorni dopo aver diretto, nonostante la malattia, la trentottesima edizione dello Zecchino d'Oro.
Mariele Ventre ha incarnato, ed incarna tutt’oggi, nonostante siano passati dodici anni dalla sua morte, quegli ideali etici e pedagogici che l'Antoniano ha posto a fondamento delle sue attività musicali, ricreative e sociali per i più piccoli.
La vita di Mariele è indissolubilmente legata a quella dell'Antoniano, del Piccolo Coro di cui è stata fondatrice nel 1963, e dello Zecchino d'Oro che ha curato fino al 1995.
Alle doti indiscusse di grande musicista e di educatrice, la cui fama ha varcato ben presto i confini nazionali, Mariele univa certe caratteristiche del suo temperamento: lo sguardo magnetico, il piglio dolce e autorevole, il rigore, la tenacia, il valore del sacrificio e la capacità di saper apprezzare le piccole cose della vita, uniti ad una fede radicata e vissuta che l'hanno resa straordinariamente popolare e vicina al cuore della gente.
La sua figura, nel gesto quasi ieratico che la poneva davanti ai bambini quando dirigeva, è stata riprodotta in monumenti, medaglie, quadri, disegni.
A Lei sono intitolati giardini, scuole, strade, piazze.
Mariele fissò subito il "codice deontologico" per i bambini e i genitori dello Zecchino d'Oro.
Tutti entravano a far parte della grande famiglia dell'Antoniano; tutti uguali, lo stesso albergo, lo stesso trattamento, gli stessi vestiti, gli stessi regali.
Tutti amici, nessuna forma di divismo: sono in gara le canzoni, non i bambini.
Nessuna interferenza dei genitori, né di chicchessia, nelle esecuzioni, nelle votazioni.
La regista del 3° Zecchino d’Oro, Ripandelli, provvide ad assicurare il collegamento Mariele-bambino, inventando l'abbinamento Mariele-telecamera.
Mariele attaccata alla telecamera, con la testa vicina all'obiettivo, in modo che i bambini guardando lei fossero in favore della camere, in posizione frontale per i telespettatori.
Sarebbe stata per molti anni la posizione classica di Mariele allo Zecchino d'Oro.
Sicché le telecamere avevano due funzioni simultanee: quella di riprendere i bambini e quella di nascondere Mariele.
I telespettatori non la videro al primo Zecchino d'Oro se non per pochi secondi.
E' rimasta la registrazione sonora di quel momento, nel quale Mago Zurlì disse testualmente: "Voi avrete notato che i bambini cantando guardano sempre là, verso lo stesso punto. Cosa guardano? Guardano - prego la regia di inquadrarla - quella signorina, ecco quella signorina che adesso voi vedete... E' lei che gli ha insegnato le canzoni e che adesso li guida e li dirige, come il M° Hengel Gualdi dirige l'orchestra.
Si chiama Mariele".
Mariele salutò col suo sorriso: era entrata nelle case degli italiani e di tante altre case del mondo, perché già in quella edizione lo Zecchino d'Oro veniva trasmesso in diretta, a reti unificate, nell'Unione Sovietica, come l'amica, la sorella, la mamma.
Mariele aveva per tutti un'aureola particolare, e ai frati dell'Antoniano spesso veniva rivolta spesso una domanda: "E' una consacrata?".
Domanda che è stata insistentemente ripetuta da parte di giornalisti e di operatori dei mass media che si sono occupati di Mariele dopo la sua morte.
Domanda che significa se Mariele appartenesse a uno degli ormai numerosi istituti di consacrazione secolare, cioè di persone che si legano ai voti religiosi senza entrare in convento, restando nella famiglia e nel ruolo di una qualsiasi attività "civile".
No, Mariele non apparteneva ad alcuno di questi istituti.
Comunque, nella sua laicità fu certamente religiosa.
E fu certamente francescana.
Può essere certificata francescana prima di tutto dal suo amore per la vita; per il mondo, Mariele ha anche camminato serena, semplice, sicura nel campo della comunicazione sociale, dove la sua testimonianza cristiana ha acquistato valore di modernità e di specificità. E anche di singolarità.
E' un campo dove mancano ancora riferimenti e modelli. Bisogna bypassare i prototipi storicizzati e risalire all'essenzialità degli schemi evangelici.
Mariele lo ha fatto. E, per un fenomeno sorprendente, sul monitor della comunicazione sociale, la gente un po' alla volta ha portato in primo piano Mariele, l'ha messa a fuoco amorosamente, dandole linee delicate e tersa bellezza spirituale.
Cosi si espresse il Presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, il 5 dicembre 1997: “Mariele da quarant'anni è entrata in tutte le case, e ha rappresentato la vita, l'anima dello Zecchino d'Oro. Non ricordatela mai piangendo, anche se il dolore del distacco è umano. Io vi dò una di quelle notizie importanti che hanno i Capi di Stato: Mariele continua a dirigere cori; i cori degli angeli e degli arcangeli. Voi avete questo angelo che vi ha guidati per anni, che continua a dirigere cori di gloria, di armonia, di protezione... Sta svolgendo un compito che è irraggiungibile ma incantevole: fa scendere una pioggia di note che portano dolcezza nell'anima, che portano pace, che portano gioia.
Mariele collaborò sempre con Padre Berardo Fernando Rossi, Frate Minore, nato a Montecuccolo, frazione di Pavullo nel Frignano (Modena) il 5 agosto 1922, sacerdote dal 12 agosto 1945, tra i fondatori dell’Antoniano, di cui è stato direttore dal 1961 al 2000. Giornalista, scrittore e paroliere, è autore di diverse opere. Ha inoltre partecipato e dato vita a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive.