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BRUNO VETTI

L’ATTORE BRUNO VETTI

DAL PICCOLO DIAVOLO

A GINO BARTALI

di
Franco Mariani


Gino Bartali è stato un personaggio che ha incarnato un pezzo di storia dell’Italia del dopo guerra.

Memorabile è rimasta la seconda vittoria al Tour de France conquistata nel'48, quando tutti lo davano per spacciato a causa dell’età.

Il suo trionfo distolse l'attenzione degli italiani dal tragico attentato al segretario dell’allora Partito Comunista, Palmiro Togliatti, e non a caso Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri, prima della gara telefonò a Bartali esortandolo a vincere per il bene della Nazione, sicuro che la sua vittoria avrebbe ripristinato la calma nel paese.

La vita di Bartali è stata recentemente riproposta da RAIUNO in una fiction a marzo, per la regia di Alberto Negrin, musiche del premio oscar Ennio Morricone, con l’attore Pierfrancesco Favino nel ruolo del protagonista.

Nello sceneggiato però non c'è solo il campione sportivo, c’è soprattutto l'uomo Bartali, un toscanaccio schietto e sanguigno, fedele per tutta la vita alla moglie Adriana, che sposa da ragazzo prima della fama, cattolicissimo, terziario francescano, antifascista, malvisto dal regime mussoliniano perché non volle mai indossare la camicia nera e soprattutto perchè invece che al Duce dedicava le sue vittorie alla Madonna e alla memoria del fratello Giulio.

Solo recentemente poi si è saputo che negli anni della seconda guerra mondiale collaborò attivamente con il Cardinale di Firenze, Elia Dalla Costa, a mettere in salvo antifascisti ed ebrei, tanto ad essere arrestato ma rilasciato dopo un solo giorno grazie alla protezione della Chiesa.

Una figura importante e determinante per la vita di Bartali, è quella del padre, Torello, interpretato dall’attore fiorentino Bruno Vetti, marito della grande attrice Dory Cei.

Bruno Vetti, che ha una lunga carriera teatrale alle spalle, al cinema ha già interpretato ruoli importantissimi, come in “Muro di Gomma”, del 1991, sulla tragedia di Ustica, dove è l’avvocato dei familiari dell’aereo abbattuto, oltre ad essere stato diretto da Roberto Benigni, Enrico Montesano, Alessandro Benvenuti e dai fratelli Andrea ed Antonio Frazzi, in “Il cielo cade” con Isabella Rossellini.

Sia il regista Negrin che lo stesso Vetti concordano sull’importanza della figura paterna nello spronare Bartali ad essere un vincitore.

C’è una scena chiave, nella prima puntata, dove Bartali ottiene faticosamente dal padre il permesso di correre in bicicletta a condizione “che vinca e porti i soldi a casa”, e Gino vincerà clamorosamente tutte le corse più importanti alle quali parteciperà, diventando imbattibile.

“E’ questa scintilla – ci dice Bruno Vetti, che abbiamo incontrato dopo il suo rientro da Roma dove ha partecipato alla proiezione e conferenza stampa nazionale di presentazione della fiction e che ci ripropone a viso la scena chiave – è quel qualcosa in più che è entrata nel cuore e nel cervello di Gino. La potenza l’aveva di per se, ma per diventare campioni, con la C maiuscola, ci vuole qualche cosina di più della potenza, e il merito sta in quelle parole del babbo che sicuramente hanno sempre accompagnato Bartali. E anche quando De Gasperi gli telefonò a causa di quanto accaduto a Togliatti, sono sicuro che Gino non sentì la voce di De Gasperi, bensì quella del padre Torello, rialimentando quella scintilla”.

Era destino che Bruno Vetti interpretasse il padre di Bartali.

Mezz’ora dopo la telefonata del suo agente, nell’aprile scorso, che gli annunciava il provino a Roma, era già alla ricerca dei parenti e al museo fiorentino che stava nascendo, dove trovò due foto di Torello che poi ha consegnato al regista, il quale non l’ha nemmeno provinato, ma al termine della presentazione, nella quale venne fuori che in poche ore Vetti si era documentato su chi fosse stato in realtà Torello, nonostante venti attori ambissero alla parte, questa fu immediatamente sua.

Anche con Adriana, la moglie di Bartali, c’è stato un lungo incontro e i due si sono risentiti a natale per farsi gli auguri, cosi come con Pierfrancesco Favino/Bartali, che è rimasto colpito dalla passione e dalla bravura messa da Bruno Vetti nella sua interpretazione.

“Non so – dice Vetti - quali scene, anche dove non ci sono io, tra tutte quelle girate, andranno poi effettivamente in onda, perché in fase di montaggio molte sono state tagliate, tra cui tutte quelle di Lino Banfi, che interpreta Papa Giovanni XXIII, e che volle conoscere personalmente Bartali, ma credo di essere riuscito a far rivivere Torello e quello che è stato per il figlio, contribuendo a far conoscere al grande pubblico questa figura cosi importante e soprattutto determinante nella vita del grande Gino”.

Franco Mariani

 

     

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