Pier Paolo Dainelli nasce a Firenze il 4 gennaio 1968.
Sin da piccolo impazzì per il cinema ossessionando tutti i parenti con proiezioni in super 8 di film giapponesi con Godzilla e Gamera.
Il suo archivio personale è composto da oltre 4000 vhs e 300 pellicole.
Non ama il cinema dal 1980 in poi, tranne rare, ma significative eccezioni, e il suo idolo cinematografico è Jess Franco e i suoi quasi trecento film.
Negli anni del Liceo e dell'Università è attivissimo promotore di rassegne cinematografiche.
Inizia nel 1990 una prolifica produzione di cortometraggi che si aggiudicano numerosi e importanti riconoscimenti in concorsi e festival.
In particolar modo colpiscono critica e pubblico "Rugiada d'Autunno" e "Sera" in cui meglio emerge la passione dell'autore per i meccanismi della visione più inconsueti della macchina cinema.
Contestualmente inizia una prolifica attività di saggista e divulgatore firmando completi e approfonditi articoli sul cinema di genere pubblicati dalle riviste "Amarcord" e "Nocturno".
La sua prima esperienza lavorativa è stata per una nota ditta di vendite di libri per corrispondenza.
Dopo il Liceo Scientifico ha frequentato lettere moderne, abbandonata “a causa di una donna”, Elisangelica Ceccarelli, compagna di studi, che chiama Pier Paolo a lavorare a TVR Teleitalia, realizzando cosi il suo sogno di lavorare nel settore televisivo.
Dal 1998 gestisce la società di produzioni televisive Videoset curando la realizzazione e tutti gli aspetti produttivi di una serie sterminata di spot pubblicitari dirigendo anche importanti attori e personaggi del mondo dello sport come testimonial.
Negli ultimi anni ha curato per l'ISFAR di Firenze la realizzazione di molte trasmissioni televisive che si distinguono per l'accuratezza della loro veste tecnica e per soluzioni visive assolutamente innovative.
Sempre per l'ISFAR è da sottolineare la realizzazione del mediometraggio "ULISSE" in cui vengono applicati in chiave moderna gli stessi effetti usati da George Melies ai primordi del cinema.
Recentemente ha curato per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze la fotografia e il montaggio di molti mediometraggi interpretati da attori come Arnoldo Foà e Paolo Ferrari.
Sin dalla nascita di "Firenze Festival" è il direttore tecnico di questa manifestazione dedicata al cinema fatto dai ragazzi delle scuole e che si svolge al Teatro della Pergola di Firenze.
Per questa manifestazione la Videoset fornisce ogni anno il supporto tecnico per oltre quindici cortometraggi.
E' stato relatore nella sezione cinema al convegno "risvegliare i sensi" tenutosi al Teatro Comunale di Firenze.
Motivo di grande soddisfazione è stata la nomina a giurato da parte degli organizzatori del "Joe D'Amato Horror Festival" che lo hanno voluto nella commissione giudicante accanto ai più importanti nomi del cinema di "genere" a livello internazionale: Jess Franco, Bruno Mattei, Tonino Valeri.
Cosi Dainelli parla della sua passione per il cinema: “Il primo film che vide fu “I criminali della galassia” e giuro fu una “visione” che non mi abbandonò più. Col passare degli anni vidi gli altri film della serie Gamma uno e ne rimasi entusiasta. Da ragazzino pensavo che fossero di produzione americana ma notavo qualcosa di “diverso” dal solito. Una mattina su Antenne 2, in francese, vidi un film che mi spaventò tantissimo nonostante non capissi una parola di quella lingua: "Nella stretta morsa del ragno". Solo molti anni dopo quando decisi di approfondire la mia conoscenza sul “vero” cinema italiano, queste fortissime emozioni si riunirono sotto un unico nome: Antonio Margheriti. A quel punto detti una caccia maniacale ai film di tuo padre e all’epoca riuscii a vedere tutto quello che era stato stampato suoi film super 8. Quelle proiezioni adolescenziali mi lasciarono sensazioni così forti che negli ultimi anni ho collezionato tutte le stampe e già che c’ero ho recuperato anche alcuni 16mm ("Ursus terrore dei kirghisi", "L’inafferrabile, invincibile mister invisibile", "Spacemen", "Il Pianeta degli uomini spenti". Mi ricordo ancora quando da ragazzino andai al cinema a vedere “L’ultimo cacciatore”: la sequenza iniziale che riempiva di fiamme ed esplosioni lo schermo del cinema mi colpì oltre ogni dire e il film mi fece impazzire. Mi rammento che ero spaventato quando mi ritrovai a pensare: “ma perché preferisco questo film che non cita nessuno a quello di Cimino?”. Poi col passare degli anni mi resi conto (non senza stupore) che quei film piacevano non solo a me e così la mia frustrazione di amante del cinema che vedeva tutti i suoi film più amati classificati con una stelletta o massimo due dai vari dizionari svanì e nonostante la mia grande passione fosse realizzare video iniziai a scrivere articoli sul cinema di genere su varie riviste specializzate. Poi quando decisi di aprire uno studio di produzioni video che è ormai attivo da una quindicina di anni smisi di scrivere ma ho continuato (e continuo tuttora) a pagare il mio tributo al cinema di genere presentando ogni domenica sera su TVR Teleitalia, emittente regionale toscana i film che tanto mi fanno impazzire. Nel frattempo il cinema di genere è andato incontro alla rivalutazione che gli era dovuta. Oggi mi ritrovo spesso a pensare che la mia vita è stata segnata quando da bambino rimasi affascinato da quelle astronavi che volavano fra le stelle, dai tubi fluorescenti del pianeta errante e dagli uomini miniaturizzati tenuti dentro a una valigia. E’ anche grazie a queste “visioni” se oggi faccio un lavoro che mi piace e se ho sempre dalla mia un sogno a portata di mano: infatti spesso proietto ai miei figli i super 8 e i 16mm dei film che ho conservato e a giudicare dal loro interesse il fascino di quelle immagini sembra non morirà mai”.